HORTUM MACHINA B: META' PIANTA, META' MACCHINA

Si chiama "Hortum Machina B" ed è un cyborg peculiare: metà pianta e metà macchina.
Si tratta di un progetto ideato da due membri dell'Interactive Architecture Lab dell’University College di Londra, che si sono ispirati alla sfera geodetica ideata dall’architetto statunitense Buckminster Fuller negli Anni ‘50.
 

Come funziona? 
"Hortum Machina B" è una sorta di scheletro di metallo sferico al cui interno ci sono dodici moduli: ognuno ha una specie diverse di piante autoctone del Regno Unito. Una serie di dispositivi permettono alla struttura di ruotare e modificare il proprio baricentro a seconda degli stimoli che ricevono dall’ambiente che li circonda. Così, studiando le risposte elettrochimiche delle piante a questi segnali, hanno cercato di trasmettere la loro “intelligenza primitiva” allo scheletro dell’apparecchio tramite sensori.
“Noi come architetti sentiamo il bisogno di integrare le piante negli edifici fino al punto in cui la gente arrivi a pensare a loro come sistemi viventi” 
Questo il senso finale di questo brillante progetto !