Vite intrecciate - progetto tra i vincitori del concorso di idee per l'ingresso nord dell'ospedale di Verduno
Gazzetta d’Alba del 6 febbraio 2024 - intervista integrale all’Arch. Arianna Marocco
Un'introduzione generale al progetto riguardante l'ingresso dell'ospedale?: com'è nato? quali sono le sue caratteristiche principali?
Il progetto 'VITE INTRECCIATE' rappresenta una stimolante collaborazione con l'architetto Francesco Bovo, un'audace sperimentazione al di là dei confini dei nostri studi abituali.
La sua genesi è stata alimentata dalla nostra volontà di trasformare radicalmente l'ingresso nord dell'ospedale di Verduno, attualmente un luogo anonimo che spesso sfugge all'attenzione. Il nostro obiettivo è elevare questo spazio a un accesso principale, rendendolo un percorso guidato non solo per risolvere le complessità dell'orientamento, ma anche per ridefinirne integralmente l'essenza.
Quali sono state le linee guida per la realizzazione del progetto?
Le linee guida del progetto sono state tracciate con scrupolo per sviluppare un percorso distintivo, suddiviso in diverse aree, ognuna arricchita da specifiche caratteristiche atte a rompere la monotonia dell'ingresso. La pensilina in vetro serve come collegamento sinuoso tra gli spazi esterni e l'ospedale stesso. Tuttavia, il cuore del design risiede nei pilastri a forma di albero in acciaio bianco. Questi pilastri non solo fungono da supporto, ma incarnano simbolicamente la vitalità e la crescita, aggiungendo una profonda dimensione artistica. L'introduzione di elementi naturali, come la vegetazione con viti americane o vergini, aggiunge un tocco di dinamismo, trasformando l'ingresso in un tableau vivant che cambia con le stagioni.
Come consideri il rapporto tra ciò che realizzi ed il territorio circostante?
Il legame tra i miei progetti e il territorio circostante è una relazione intrinseca. Ogni intervento architettonico richiede un'analisi approfondita della vocazione del luogo, il rispetto dell'ambiente naturale e l'impegno per la sostenibilità a lungo termine. Cerco, quindi, di creare sempre armonia tra gli elementi costruiti e la natura circostante, contribuendo così a preservare l'equilibrio tra uomo e ambiente. Il mio approccio mira a inserire le opere architettoniche in modo organico nel contesto, affinché diventino parte integrante della storia e dell'identità del luogo.
Vorrei inoltre conoscere la tua storia personale: cosa ti ha condotto a questo specifico percorso professionale, quali obiettivi vorresti raggiungere nel futuro
La fortuna di aver respirato l'architettura sin dalla mia infanzia nello studio di mio padre si è intrecciata con la consapevolezza, crescendo, di aver scelto un lavoro permeato da una predominanza maschile e maschilista. Ciononostante, se tornassi indietro, mi laureerei ancora in architettura. Le sfide hanno forgiato il mio approccio professionale e alimentato il mio impegno. Gli ostacoli, anziché demotivarmi, si sono trasformati in stimoli per dimostrare il mio valore e la mia visione distintiva perfino all’interno dello studio di famiglia. La passione che mi guida si riflette nella costante ricerca di nuovi progetti e nell'aggiornamento continuo attraverso corsi specialistici, indispensabili per rimanere all'avanguardia e abbracciare le nuove tendenze e le innovazioni che caratterizzano il dinamico panorama dell'architettura.
Nel delineare il mio futuro, nutro l'aspirazione di lasciare un'impronta femminile significativa nel mondo dell'architettura, contribuendo non solo alla creazione di edifici funzionali, ma concependoli come luoghi che narrano storie, ispirano emozioni e migliorano la qualità della vita di coloro che li abitano.